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Viaggio in Salento, giorno 4: innamorarsi a Otranto

Otranto: ed è subito fico d’India.

Siamo arrivati ieri e, per cominciare, mi sono scelta l’albero della nostra prima cena in masseria, iniziata con un Tramari Rosé di Primitivo Salento IGP. Un tagliere di salumi e latticini, le sagne ‘ncannulate al pomodoro fresco con ricotta forte per me, gli spaghetti “niuri” ai frutti di mare, calamari e gamberi per Volpini.


Questa mattina, il mare.

Poi, la visita alla Cattedrale e il nostro stupore davanti al – e un po’ anche sopra il – mosaico pavimentale, che è un lungo e complicato racconto visivo in cui perdersi: milioni di tessere a disegnare l’Albero della Vita, con elefanti, leoni, grifoni, serpenti, centauri, unicorni, Alessandro Magno, Re Artù, l’arca di Noè, Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso, segni zodiacali, scene di lavori campestri, e tutto il resto del repertorio medievale. Bravo Pantaleone, monaco perdigiorno.

La poderosa Porta Alfonsina è in piedi da giusto quei cinque secoli o giù di lì: gli idruntini hanno imparato a difendersi dopo la decapitazione dei martiri, di cui si custodiscono teche e teche di crani, tibie e ossa varie.

Una passeggiata tra i vicoli del borgo antico e le botteghe artigiane: ceramiche, mosaici, tessili, cementine, tamburelli, e io m’innamoro sempre di tutto.

Un colpo di fortuna: al Castello aragonese è in corso una mostra fotografica di Sebastião Salgado.

La collezione è “Altre Americhe” e noi mica ce la perdiamo – per chi ci si trova: dura fino al 2 novembre.

A pranzo, una calamarata con datterini gialli e vongole che mi rende docile perfino al caldo, mentre Volpini, che è un classico, sceglie le linguine ai frutti di mare.

Siamo tornati in masseria giusto in tempo per non morire alla controra. Temperatura tra le due e le tre del pomeriggio: 38°. Un caffè in ghiaccio con il latte di mandorla e tanta voglia di leggere che purtroppo non riesco a soddisfare per la troppa stanchezza (stanchezza di che? A noi le vacanze ci fiaccano).

Al tramonto, di nuovo in centro a comprare i regali, perché io quando vado in un posto bello devo portarne un ricordo alle persone che amo: vini, liquori, pasta, artigianato locale.
Stasera, per cena, le frise col polpo de’ La Polperia.

Concludiamo con un altro generoso dono della sorte: abbiamo appena scoperto che tra poco c’è Enza Pagliara in concerto.

Una giornata benedetta.

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