viaggio-in-salento-santa-maria-di-leuca

Viaggio in Salento: ultimi due giorni a Santa Maria di Leuca

L’eritema ha avuto la meglio: le ultime due giornate salentine sono in hotel. Antistaminici, pomate, spray, dormite e letture. La mia sana attitudine all’ozio, in ogni caso, è intatta e sempre formidabile.

Dove non c’è ombra, me ne vado a spasso con le braccia fasciate da un foulard perché le camicie a maniche lunghe di Volpini le abbiamo usate tutte.
Non abbiamo potuto fare molto oggi, a eccezione di un giro in macchina fra Gagliano del Capo e Tricase, questa mattina, alla ricerca di negozi in cui comprare gli ultimi regali: nessuna delle due località ci ha motivato a scendere dall’auto per una passeggiata sotto il sole.

L’hotel che ci ospita a Santa Maria di Leuca è uno di quei posti dove puoi tranquillamente passare l’intera giornata ciondolando tra due soli sentimenti: lo stupore e la serenità.

Salento, terra di artigiane e artigiani

Nelle molte e fresche sale dell’hotel sono esposte straordinarie creazioni di artigianato locale, dai tessuti alle ceramiche. I tessuti portano il marchio Pasqualina: abiti in lino fatti completamente a mano all’antico telaio salentino da un’artigiana di qui che ha imparato dalla nonna (Pasqualina, appunto). Il Salento è, fra le molte cose che è, anche terra dell’arte della tessitura. Sono capi sartoriali bellissimi, colorati, e comprensibilmente costosi come il tempo e l’abilità di chi li ha disegnati e poi intrecciati filo per filo.

Le ceramiche, invece, sono di un artigiano di Ruffano, sempre nel leccese, che si chiama Fernando Falcone: piatti, bicchieri, brocche, ciotole, pezzi unici realizzati su commissione, e io mi porterei tutto a casa.

Se in questo viaggio di nozze ci fossimo alimentati a panini e acqua, qualcosa avremmo potuto comprare, ma che volete, ognuno di noi decide quali sono le sue priorità, le mie sono libri e cibo. Volpini dice che con i pranzi e le cene che abbiamo fatto, ci avremmo tirato fuori un viaggio di nozze di un mese invece che di dieci giorni. È possibile.

Lui oggi ha occupato la piscina per buona parte della giornata come gli altri bambini ospiti dell’hotel. Io ho letto un po’ dell’ultimo romanzo di Davide Longo, “La vita paga il sabato” (Einaudi, 2022), che secondo me sto sprecando nel luogo sbagliato e alla temperatura sbagliata: la saga di Arcadipane e Bramard va letta al fresco, idealmente in una baita di montagna.

Stasera, l’ultima cena e poi un altro incontro bello: la volpe Giuseppino che si aggira fra i tavoli all’aperto. È un frequentatore abituale dell’hotel.

Domattina, una visita veloce al borgo antico di Gallipoli. Poi ci metteremo in viaggio verso casa e i nostri dannati gatti depressi.

Tags: