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Viaggio in Salento: due giorni a Lecce

Di Lecce vorrei raccontare molto: delle tante chiese, dell’arte barocca che di solito detesto ma che qui ci sta proprio bene, delle cementine della cripta della Cattedrale, della facciata della Basilica di Santa Croce, del mosaico al centro di Piazza Sant’Oronzo, dell’anfiteatro romano, del teatro Apollo.

Però il problema è che, in meno di due giorni, siamo finiti nelle migliori trattorie e osterie della città, nelle pasticcerie storiche, nei ristorantini che piacciono a noi.

E quindi, io Lecce me la ricordo così: le sagne ‘ncannulate al pomodoro, fave e cicoria, la pizza di patate e la parmigiana di melanzane dell’osteria da Angiulino; il santo pasticciotto della pasticceria Natale (e il profumo di burro, di frolla, di crema che ti abbraccia le narici appena entri); la burrata e il prosciutto di Faeto che mi hanno commosso al ristorantino Crianza; i frittini misti, le bombette martinesi arrosto, i turcinieddhri, lo spumone fichi e mandorle della trattoria da Nonna Tetti.

[Grazie alla mia preziosa libraia della Libreria Ubik La Torre di Villa Rosa per i consigli esperti!]

Siamo solo all’inizio del nostro viaggio di nozze in Salento. Domani si va verso il mare. Ho pronta la mia lista di “luoghi di interesse”, tra una spiaggia rocciosa e una grotta della Poesia.

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