Inventario di gennaio 2025. Un buon non-compleanno
Gennaio è stato un mese in cui il gelo mi ha penetrato. Transitivamente.
Per scaldarmi, ho fatto la sola cosa in grado di riequilibrare la mia temperatura interna, di pacificare la mente e lenire l’animo: ho rivolto l’attenzione a libri, film, musica, cose buone, cose belle.
Sono andata all’opera ad assistere a una degna Traviata al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, dopo una cena veloce all’Ascolana di piazza Simonetti, una pizzeria storica del centro dove dagli anni ’50 fanno ancora le pizzette rotonde di una volta, quelle dei forni di paese, caserecce, a prezzi popolari. Ne ho mangiate tre, due rosse e una bianca appena sfornate, e ho pensato un po’ a mia nonna Agnese. Sono andata un paio di volte al cinema (Maria e La stanza accanto).
Ecco l’inventario di questo gennaio.
Indice
- Libri
- Un film
- Una canzone
- Un posto bello
- Oggetti prediletti
- Piccoli rituali domestici
- Una ricetta
- Curiosità
- La parola del mese
- Cose da ricordare
1. Libri
Mese ricco di letture: racconti, diari, un romanzo, un saggio. Sarebbe però disonesto dire che queste letture le ho completate tutte, un paio le sto finendo.
Claire Keegan, Quando ormai era tardi
[titolo originale: So Late in the Day, traduzione di Monica Pareschi, Einaudi 2024, pp. 96]
Ultimo libro dell’autrice di Piccole cose da nulla che avevo letto il mese scorso, questa volta tre racconti minuti e perfetti, essenziali. Ho amato il terzo, Antartide, per quella violenza che – come promette bene l’aletta – “è sempre appena fuori dall’inquadratura, eppure finisce per soffocare ogni cosa, tranne la purezza della scrittura”.
Sylvia Plath, Diari
[titolo originale: The Journals of Sylvia Plath, traduzione di Simona Fefè, a cura di Frances McCullough, prefazione di Ted Hughes, Adelphi 2004, 13ª ediz., pp. 433]
La vita duole. Per talune menti creative, uscirne è un bisogno. Sylvia ne è uscita a trent’anni.
Una lettura, quella dei suoi diari, rimandata da tempo e che avrei assorbito diversamente una ventina d’anni e un migliaio di libri fa, quando lessi anche il romanzo La campana di vetro e alcune poesie da Ariel.
Mi sto prendendo del tempo per ogni pagina.
Sandra Newman, Gli uomini
[titolo originale: The Men, traduzione di Claudia Durastanti, Ponte alle Grazie 2023, pp. 320]
La sera del 26 agosto 2019, in un istante esatto, accade “un niente molto intenso”: tutti i maschi umani del mondo spariscono senza lasciare traccia: adulti, bambini, feti nel grembo materno, ogni portatore del cromosoma Y. La società delle donne si riorganizza, mentre in rete iniziano a girare indecifrabili filmati che mostrano gli uomini in marcia in luoghi oscuri.
L’incipit significativo: “Quando scomparvero gli uomini, pareva non fosse successo nulla”. Romanzo distopico con ambizioni verso la fantascienza femminista, mi sono persa più volte nella narrazione farraginosa e in una trama troppo complicata per le mie preferenze di lettura. Non so cosa mi sia sfuggito. Non l’ho ancora finito, non so se lo finirò.
Vittorio Lingiardi, Corpo, umano
[Einaudi, 2024, pp. 296]
Bello, raffinato, un inventario – anche questo – degli organi del corpo, umano, dettagliati uno per uno, dal fegato al cervello, dagli occhi al cuore, attraverso le voci della scienza e del mito, dell’arte e della letteratura. L’ho portato con me nella sala d’attesa di un centro medico dove questo mese ho dovuto fare un ago aspirato. Al seno, che secondo Lingiardi è un nome bellissimo.
2. Un film
Quando c’era Marnie di Hiromasa Yonebayashi (Giappone, 2014)
3. Una canzone
Lascia ch’io pianga, dal Rinaldo di Händel
Perché la cita Vittorio Lingiardi nel suo libro, e me la ricorda come una fitta di dolore ancora tutta da lenire.
Non esattamente una canzone, ma un’aria.
4. Un posto bello
Il Museo della Carrozza a Macerata
Ci sono stata la mattina del 31 dicembre, ma lo mettiamo nell’inventario di gennaio, mese nel quale sono ripartita dalla fine.
5. Oggetti prediletti
Il quaderno Lewis Carroll delle conversazioni con C.
È il quaderno Lewis Carroll della collezione Elinor Marianne. Sulla copertina, incorniciato tra macarons che piovono sopra una tazza di tè, c’è un passo da Alice nel Paese delle Meraviglie, quello della scena del tè.
Ho scelto questo quaderno, a gennaio, per iniziare ad annotare frasi dalle mie nuove conversazioni con C., il mio Cappellaio Matto.
6. Piccoli rituali domestici
Tazze, tazze, tazze di caffè al caramello
Per Natale ho ricevuto in regalo un pacco contenente, fra le altre cose, un barattolino di caffè solubile aromatizzato al caramello di King Cup. L’ho finito in un mese, davanti al pc.
7. Una ricetta
Banana Bread (o banana antispreco)
Come recuperare le banane troppo mature ed evitare la tentazione di buttarle. Pare che le origini di questo dolce risalgano alla Grande Depressione americana degli Anni Trenta e, ancora prima, a una pasta di banane essiccata al sole dagli indiani d’America.
Questa è una versione un po’ fit che ho provato in questo mese:
- Tutta la polpa di 3 o 4 banane mature, affettate e schiacciate,
- 120 gr. di farina integrale,
- 120 gr. di farina d’avena,
- 70 gr. di zucchero integrale di canna,
- 125 gr. di yogurt alla banana,
- 1 bustina di lievito,
- un pizzico di sale,
- 50 gr. di olio di girasole,
- 50 gr. di gocce di ciccolato fondente extra,
- cannella a sentimento (il mio è tanto).
Per un dolce completamente vegano, si può sostituire lo yogurt vaccino con uno yogurt vegetale.
8. Curiosità
Compleanno universale
Il Capodanno cinese quest’anno è stato il 29 gennaio. Il settimo giorno di festa è considerato il “compleanno dell’umanità“. Secondo la tradizione, in questo giorno tutti compiono un anno in più, indipendentemente dalla data di nascita.
9. La parola del mese
Lenire
le-nì-re (io le-nì-sco)
Significato: attenuare, calmare, placare.
Etimologia: dal latino lenis ‘delicato, leggero, dolce’.
Esempio: «Con la sua sola presenza lenisce le sofferenze di chi ha intorno.».
È un verbo che non usiamo molto, il che è un gran peccato. Lo troviamo spesso sui tubi delle pomate lenitive. Sono creme che calmano irritazioni, placano l’epidermide arrossata. E va bene così, ma relegandolo all’ambito dermatologico ci stiamo perdendo tutto un panorama di dolcezza e di delicatezza incantevole.
Partiamo dall’etimologia: lenire viene dal latino lenis e ha il significato di lieve, delicato, dolce. Anche il suono si presta ad una simile interpretazione, scivola sulla lingua come il succo di un frutto. È lieve, morbido, non punge la bocca di chi lo pronuncia e non aggredisce le orecchie di chi ascolta. Il suo significato è placare, calmare, attenuare. Non scade nello stucchevole addolcire, né si può confondere col tecnico zuccherare. Qui siamo tra il fisico e lo spirituale, siamo in un piano di mezzo che unisce la morbidezza di un panno caldo all’infiammazione dell’animo. […] Calmare un dolore significa anestetizzarlo, sedarlo. Il lenimento di esso, invece, lo mantiene vivo, ce lo para sempre davanti agli occhi, ma sa renderlo meno spigoloso, meno urticante. Esiste, è lì, ma fa meno male di prima. […] Lenire è un verbo per tutti i giorni, poetico, dolce e discreto. Non serve l’irritazione da stress per usarlo, serve solo un cuore sensibile che abbia bisogno di dolcezza.
Leggi tutta la parola su UPAG – Una Parola Al Giorno, 26 gennaio 2025, grassetto mio.
10. Cose da ricordare
La nascita di Anna
Nelle prime ore del 30 gennaio è nata Anna, la figlia del mio migliore amico di una vita. Il mio migliore amico di una vita, nel giro di sette mesi, è diventato prima orfano di madre e poi padre.
Un punto che ho messo
A ciò che mi faceva male.
E adesso
E adesso, dopo un punto, di solito si va a capo. Oppure, in ogni caso, si inizia un fraseggio nuovo.
Buon non-compleanno a me, a te.
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