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Viaggio in Salento, giorno 6: da Santa Cesarea Terme a Santa Maria di Leuca

Ieri sera, l’ultima cena a Otranto nella masseria L’Uliveto, di cui ci siamo invaghiti, e l’ultimo saluto all’albero del nostro tavolo prediletto.

Una burrata per me e una tagliata di cavallo per il Volpini (sì, cavallo. Qui va alla grande come gli arrosticini a casa in Abruzzo).

Lasciata Otranto con dolore, abbiamo fatto una tappa a Santa Cesarea Terme con il primo obiettivo di dare uno sguardo a Villa Sticchi, che però era in ristrutturazione e quindi in buona parte inguardabile. Dunque ci siamo consolati con un bagno tiepido nella piscina sulfurea a strapiombo sul mare.

Pranzo a Castro, pesce freschissimo in un self-service alla buona che si chiama Isola del Sole. “Take & Stay”, lo chiamano loro, in pratica è una mensa allegra e chiassosa in un piccolo parco sul mare. Si mangia bene, io sono riuscita a mangiare perfino i crudi di cozza nera “La Castrense”, noci e fasolari – Volpini anche le ostriche. Cozze gratinate, una spigola ai ferri e delle verdurine pastellate con cui stramazzare felice.

Troppo stanchi e abbrustoliti per visitare Castro alla controra, ci torneremo comunque questo sabato per una serata di tango – la seconda dall’inizio del viaggio, l’altra l’abbiamo fatta a Martano la sera del nostro arrivo a Lecce. Siamo due viziosi del tango argentino pure in viaggio di nozze, maledetti noi.

Arrivati nel pomeriggio a Santa Maria di Leuca, dove alloggiamo in un posticino, il terzo e ultimo della storia, di cui dirò nei prossimi giorni.

Domani: Volpini vuole andare al mare a Punta della Suina, e chi può impedirglielo dopo sei giorni in cui abbiamo fatto solo quello che dicevo io?

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